BOIARDO Matteo Maria (1441 – 1494)
-ORLANDO INNAMORATO DEL S. MATTEO MARIA BOIARDO CONTE DI SCANDIANO, INSIEME CO I TRE LIBRI DI NICOLÒ DE GLI AGOSTINI, NUOVAMENTE RIFORMATO PER M. LODOUICO DOMENICHI, CON GLI ARGOMENTI, E LE FIGURE ACCOMODATE AL PRINCIPIO DI OGNI CANTO & LA TAVOLA DI CIO, CHE NELL'OPRA SI CONTIENE
BOIARDO Matteo Maria (1441 – 1494)
ORLANDO INNAMORATO DEL S. MATTEO MARIA BOIARDO CONTE DI SCANDIANO, INSIEME CO I TRE LIBRI DI NICOLÒ DE GLI AGOSTINI, NUOVAMENTE RIFORMATO PER M. LODOUICO DOMENICHI, CON GLI ARGOMENTI, E LE FIGURE ACCOMODATE AL PRINCIPIO DI OGNI CANTO & LA TAVOLA DI CIO, CHE NELL'OPRA SI CONTIENE
Legatura del secolo XIX secolo in mezza pelle e carta zigrinata rossa con bordurina in oro ai piatti; al dorso, titolo in oro su tassello bruno , impressioni in oro e a secco agli scomparti; sguardie marmorizzate. 240 (i.e. 242)- 168 (i.e. 174)-(8) carte mal numerate. Risultano mancanti le carte n. 204-25-232 del primo volume e n. 17-24 del secondo volume. Ogni canto si apre con una piccola vignetta all'interno di una cornice ed un capolettera istoriato. La seconda parte contiene la continuazione di Nicolò degli Agostini: "Il quarto libro d'Orlando innamorato, Composto per Nicolò de gli Agostini. et RIFORMATO da Messer Lodouico Domenichi". Bella edizione seppur di poco scompleta di sole cinque carte. L'opera è il capolavoro di Boiardo. Si tratta di un poema cavalleresco che narra una successione di avventure fantastiche, duelli, amori e magie. Scritto in ottave (strofe di otto versi endecasillabi che rimano secondo lo schema ABABABCC), per permettere lo sviluppo di un discorso piuttosto lungo, è diviso in tre libri: il primo di ventinove canti, il secondo di trentuno e il terzo, appena iniziato, di otto canti e mezzo; ogni canto è costituito da una sessantina di ottave per un totale di 35 432 versi (divisi in 4 429 ottave). Il poema fu pubblicato per la prima volta nel 1483, quando ancora l'autore non aveva messo mano al terzo libro. La prima edizione comprendente anche i restanti canti uscì postuma nel 1495. Di entrambe le stampe non è rimasta traccia. La più antica pubblicazione giunta sino a noi è quella di Piero de Plasiis del 1487, in due libri, conservata alla Biblioteca Marciana di Venezia. Dopo successive sedici edizioni, non fu più ripubblicato per quasi tre secoli.
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